23 febbraio 2006

Religioni: oppio o liberazione?

Il bisogno del Supremo è qualcosa che è insito nel nostro DNA. Come la voglia di conoscere, sapere, scoprire nuove frontiere.

Nei momenti di bisogno questa necessità fa cadere ogni dubbio e ci rivolgiamo a Dio sperando che ci conceda la grazia, il miracolo per noi e i nostri cari.

Questo è l'aspetto individuale. C'è, ed è anch'esso importantissimo, l'aspetto collettivo della faccenda. Il Potere si è servito della religione per darsi una legittimazione una base da cui potere giustificare ogni genere di nefandezza. E in realtà il dualismo religione-potere è così forte che nella storia dell'umanità diventa quasi impossibile scindere le due cose se non in tempi recentissimi per certe democrazie occidentali.

Le basi scientifiche, storiche e documentaristiche di tuttle le più grandi religioni dell'umanità sono del tutto aleatorie e si arriva sempre al punto che la tradizione e qualche uomo illuminato ha sistemato le cose dando un corpus coerente ad un coacervo di leggende, documenti e tradizioni tramandate verbalmente.

Tutte le religioni non reggono ad un preciso approccio scientifico. Le certezze si sbriciolano, le incoerenze si moltiplicano gli anacronismi saltano all'evidenza.

Tutte le religioni messuna esclusa.

A quel punto interviene la fede. Ossia il voler credere non sulla base di un criterio modernamente scientifico ma sulla base di una Verità che assumiamo come Assoluta.

E fin qui io non mi scandalizzo. Anch'io di formazione cattolica ho ben presto compreso che l'impalcatura della religione cattolica si basa sulla fede, sui dogmi ancor prima che su dei documenti certi.

Il problema è che questa Fede può rendere l'uomo cieco. Apparentemente lo libera dalla schiavitù della (altrui) menzogna e gli dona la Verità. E se per caso questa Verità è l'unica cosa che ti è stato dato di conoscere nelle tua vita per quella verità puoi anche essere disposto a morire o a compiere i più atroci delitti. Perché la Verità, Dio stesso sta dalla tua parte.

Questa ultima considerazione mi rattrista non poco. Perché se come dice Benedetto XVI "Dio è Amore" e come dicono i musulmani "Dio è grande" io mi sento piccolo di fronte a tutta questa onnipotenza.

E leggendo la storia dell'umanità mi riesce sempre più difficile credere che in essa si possa intravvedere un progetto divino. Vi leggo solo la legge del più forte, il potere che si impone con ogni mezzo ed ogni tanto gente che cerca di fare del bene agli altri magari in mome dello stesso Dio per cui altri uccidono i propri simili.

Se Dio ha creato l'Uomo a propria immagine e somiglianza questo Dio deve essere molto mutevole e cangiante e soprattutto, purtroppo, assente.

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