28 dicembre 2005

2006

Non ho mai pensato che piangersi addosso sia utile a qualcosa. Eppure mi è successo di farlo.

Non ho mai pensato che si possa essere meglio di quello che si è. Eppure qualche volta ho cercato di esserlo.

Cerchiamo il massimo, il massimo del nulla. E in questa ricerca feriamo e periamo. Per il massimo del niente del nulla.

Buon 2006. E fanno dieci...

23 dicembre 2005

Natale

Un grazie di cuore a tutti coloro che passando da queste parti hanno voluto lasciare un segno, un saluto.

Un grazie a chi ha pensato invece di scrivermi per email qualche parola di conforto.

Un grazie a chi mi ha telefonato.

E grazie a Simone Cristicchi che mi ha lasciato un inaspettato AudioCommento di auguri preannunciandomi la sua partecipazione al prossimo Festival di Sanremo.

Leggervi e ascoltarvi mi fa sentire meno solo, veramente. E questo per me vuol dire tanto nel momento in cui passerò il Natale lontano dai miei cari.

Sarò con mio fratello, la sua compagna in attesa del secondo lieto evento e la piccola "peste" di casa. Ed è già tanto.

Grazie, e Buon Natale a tutti voi.

17 dicembre 2005

Ragionamenti

Un mio professore all'università diceva che non esitono problemi difficili e problemi facili esistono cose che si sanno e le cose che non si sanno.

Uno dei modi poi per aggredire un problema complesso è quello di scomporlo in problemi più semplici, la sommatoria delle soluzioni dei singoli problemi darà la soluzione nel suo complesso.

Mi chiedo adesso se queste teorie trovano un loro valore anche nell'ambito delle relazioni umane e nell'ambito dei problemi personali.

E' risaputo che pace, salute e prosperità costituisce un augurio che ci facciamo tutti, ed è quello che tutti ci auguriamo di avere.

Sta succedendo attorno a me che dei problemi di salute stiano mettendo in crisi il mondo in cui io pensavo di vivere. E questa volta non parlo solo dei miei suoceri.

Come si può scomporre un problema di salute in termini più semplici? E semmai ci riuscissimo puoi risolvere un parkinson affrontando intanto la motilità intestinale?

E di fronte ad una gamba che ostinatamente rifiuta di essere solo un'appendice motoria e si erge a protagonista della propria vita e sempre nei momenti meno opportuni puoi "scomporla" cercando intanto un paio di calze che la tengano al caldo?

E in tutto questo tu assisti, a margine, e ti chiedi, con sempre maggior frequenza, quanto sia giusto farsi coinvolgere e quanto sia sbagliata l'indifferenza e cosa puoi fare e cosa invece non devi assolutamente fare. E mentre pensi c'è una bolletta da pagare, gli ordinativi che sembrano montagne russe impazzite, l'emicrania sempre più feroce da contrastare.

E sei padre, marito, fratello, figlio, amico, conoscente. Ed ognuno si aspetta da te qualcosa e magari qualcosa sei anche abituato a chiedere e qualcosa è giusto che tu in ogni caso faccia.

E scomponi, scomponi, scomponi arrivi che in piena notte ti svegli e pensi, sognavo prima o adesso?

11 dicembre 2005

Pierina S.

Mia moglie ha avuto una vita costellata da grandi lutti. Il primo a nove anni quando le è morta la madre stroncata da un infarto mentre erano a tavola all'ora di pranzo.

Il padre continuò a prendersi cura di lei, solo che per il suo lavoro doveva allontanarsi spesso da Palermo e trovò nella sorella della moglie Pierina, insegnante di Lettere della Scuola Media Inferiore, un aiuto ed un supporto preziosissimo.

G., mia moglie, viveva molto più tempo con la zia Pierina che con il padre. Questo unito alla notevole dolcezza di Pierina, al suo prendersi cura senza remore della nipote, cementò il loro rapporto.

Quando io conobbi G. eravamo al primo anno di Università, ci capitava spesso di trovare nel vasto anfiteatro della nostra prima aula universitaria posto nelle vicinanze. Incominciammo i primi timidi dialoghi. Un paio di mesi dopo la prime lezioni appresi che anche il padre era morto, anche lui per problemi al cuore.

G. allora aveva venti anni. Incominciammo a studiare insieme...all'inizio del secondo anno decidemmo di fidanzarci. Era il 16 Ottobre 1984.

Lo zio F., marito della zia Pierina si dimostrò capace di prendersi cura di lei come e più di un padre. E per me Pierina e F. hanno sempre rappresentato il padre putativo e la madre putativa di G., insomma la sua famiglia.

Poi gli studi lunghi e sofferti, il mio viaggio verso Modena il lavoro, il matrimonio una figlia.

E siamo ad oggi con Pierina in coma ed in condizioni sempre più disperate, F. affranto dal dolore di una vita vissuta in perfetta simbiosi con Pierina e costretto da un parkinson progressivo a non poter usare le mani, da una cataratta progressiva a non poter più leggere, e da problemi alla vescica a delle cure pesanti, mia moglie che va e che viene da Palermo sempre più dilaniata dal sentirsi sempre e comunque nel luogo sbagliato. A Palermo lontana dalla nostra amata Ada,che pur deve continuare ad andare a scuola, e da me, a Modena lontana da Pierina e F. che tanto hanno bisogno di lei visto che non hanno figli loro.

Io cerco in tutto questo di rendere la lontananza della mamma il meno pesante possibile per la piccola Ada e i giorni che trascorre a Modena il più rilassanti possibile per mia moglie.

Solo che non riesco ad essere ipocrita. Lei forse vorrebbe sentire da me una parola di conforto che possa darle speranza che la sua "mamma" torni ad aprire gli occhi e a riabbracciarla. E non ci riesco. Vorrei ma non ci riesco, perché so che il tempo di Pierina è compiuto. Ancora una volta una persona cara le è venuta meno da un giorno all'altro.

Così, stramaledettamente, sia.

05 dicembre 2005

Segno di Presenza

Ci sono, qui ed altrove.

Non mi va per il momento di ammorbarvi con le mie disgrazie. Unica speranza, passerà anche questo momento.

Fatevi sentire, se potete.