30 marzo 2006

Le MieTerre


Primavera tempo di allergie e di piccoli cambiamenti. Innanzi tutto al nome, da Le Terre di Pietro B. al più succinto Le MieTerre uniformando in tal modo il contenuto (blog) al contenitore (www.mieterre.it) e togliendo il mio nome dal "marchio" fatto questo che a distanza di un paio d'anni mi sembrava oramai troppo pretenzioso.

Si era partiti nel novembre 2003 con TerrexPietro, poi diventato Le Terre di Pietro B. nel 2004 oggi si approda a Le MieTerre.

Il nuovo logo è autoprodotto in quanto tale va preso per quello che è (senza insulti però). Si accettano consigli, pareri, rimbrotti.

Io sono qui al computer che aspetto...

28 marzo 2006

Alla fine i cinesi s'incazzarono...

"Sono affermazioni senza alcuna base". Dal governo cinese arriva la stizzita reazione alle dichiarazioni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, secondo il quale durante la rivoluzione culturale i cinesi bollivano i bambini. Citando il 'Libro nero del comunismo', durante una manifestazione elettorale sabato a Napoli, Berlusconi ha affermato che "...all'epoca di Mao, in Cina non mangiavano i bambini ma li bollivano per poi usarli come fertilizzante per i campi". "Siamo scontenti di queste affermazioni, che sono completamente prive di fondamento", ha affermato il ministero degli Esteri di Pechino in una nota. "Le parole e i comportamenti dei leader italiani dovrebbero favorire la stabilità e lo sviluppo di relazioni amichevoli tra la Cina e l'Italia". (da la Repubblica.it)
Mr. Berlusconi = una mina vagante nella democrazia italiana.

26 marzo 2006

Nanni Moretti da Fazio


Ieri sera Nanni Moretti è stato ospite della trasmissione Che tempo che fa condotta da Fazio su Rai Tre. L'occasione è stata data dall'uscita in tutte le sale d'Italia del suo ultimo film Il Caimano.

E' stata mezz'ora di sana televisione. Io l'ho registrata ed ho messo il video dell'intervista in rete a disposizione di chi lo vuol vedere e/o scaricare.

Bando alle ciance...il link è questo!

17 marzo 2006

La fine è il mio inizio


"Intanto tu sei venuto a tenermi per mano e questo ci dà l'occasione di parlare del viaggio di quel ragazzino, nato in un letto di via Pisana, un quartiere popolare di Firenze, che si ritrova nelle grandi storie del suo tempo - la guerra in Vietnam, la Cina, la caduta dell'impero sovietico - poi va sull'Himalaya, e adesso è qui, in una sua piccola Himalaya, ad aspettare questa ora secondo me piacevole.
Allora, questa è la fine, ma è anche l'inizio di una storia che è la mia vita e di cui mi piacerebbe ancora parlare con te per vedere insieme se, tutto sommato, c'è un senso."
Tiziano Terzani - La fine è il mio inizio - Un padre racconta al figlio il grande viaggio della vita - Edizioni Longanesi - pagg.470, Euro 18,60.

Clicca e guarda!Tiziano terzani parla del suo tumore (da Anam, il Senzanome - Ed. Longanesi & C.)

Clicca e guarda!Tiziano terzani parla del senso dell'uno (da Anam, il Senzanome - Ed. Longanesi & C.)

Clicca e guarda!Sigla finale del video (da Anam, il Senzanome - Ed. Longanesi & C.)

Io, chi sono? Siccome la risposta non era certo "Io sono il giornalista del tal giornale, l'autore di quel libro, o l'ammalato di quella malattia", provai anche formalmente, a non essere più quello che ero stato, a non chiamarmi più con il mio nome, a non avere un passato e a diventare semplicemenete "Anam", il Senzanome: un nome appropriatissimo, mi pare, per concludere una vita tutta spesa a cercare di farmene uno! (Tiziano terzani, Un altro giro di giostra, Ed. longanesi & C.)
- Nelle trasmissione Che tempo che fa di Fazio Folco Terzani parla del libro, qui il video.
- Una video-presentazione del libro di Terzani dal titolo "Dentro di noi" con la regia di Mario Zanot.
- Una interessante intervista a Tiziano Terzani su Rai tre del 2002.
- Il sito ufficiale di Tiziano Terzani.

12 marzo 2006

Annunziate! Annunziate!


«Lei ora mi fa la cortesia di farmi rispondere, altrimenti mi alzo e me ne vado»
«Non può dire una cosa del genere»
«Lei è una violenta e sta cercando di non farmi dire delle cose»
«Lei sta approfittando della mia buona educazione...»
«Mi faccia parlare del programma... le chiedo cortesemente di farmi dire qualcosa di concreto...altrimenti me ve vado e questo resterà come una macchia nella sua carriera professionale. Mi ha fatto una domanda mi faccia rispondere»
«Ritiri questa cosa del "mi alzo e me ne vado"»
«Mi alzo e me ne vado»
«Non lo faccia, non le conviene»
«Non mi dica quello che devo fare, posso dire quello che voglio»
«Non può dettare le regole»
«Complimenti, lei ha illustrato bene come si comporta una persona che sta a sinistra. Deve avere un po' di vergogna per come si è comportata. E poi dicono che la Rai è controllata da me...»
Qui l'articolo del Corriere della Sera qui il Video.


Santa Lucia
di Sandro Ruotolo
(da Articolo21)

Cara Lucia Annunziata, sei perdonata per tutti gli errori che, secondo me, tu hai commesso fino ad oggi. Hai tenuto testa, hai restituito credibilità ad una categoria, hai pronunciato la bella più difesa della libertà di stampa nel nostro Paese. Non ti sei sottomessa al leader che si sente padrone della nostra Italia. Hai fatto la giornalista, indipendente, che non vuol dire che non hai un'opinione. Hai alzato la testa davanti all'uomo che ha messo in discussione la nostra democrazia e che si è permesso di dire, mentre tu cercavi di intervistarlo, l'ennesima bugia. A proposito dell'editto bulgaro, quello con cui il 18 aprile del 2002 annunciò il licenziamento dalla "sua Tv" di Enzo Biagi, Michele Santoro e Daniele Luttazzi, ha avuto la sfaggiatagine di dire che era stato frainteso : "Io non ho attaccato le persone ma i loro comportamenti. In un incontro a porte chiuse con gli imprenditori, in Romania, dissi che avevano fatto un uso criminoso della tv. Durante una fase di campagna elettorale Biagi aveva fatto venire Benigni. Poi c' è stata la storia di Luttazzi. Ma non ho mai detto che dovessero andarsene. Biagi ha poi scelto di essere messo in pensione, con un ricco contratto miliardario. Anche a Santoro è convenuto andarsene perché è stato ricompensato con un posto al Parlamento europeo". A questo punto Lucia Annunziata lo ha interrotto dicendogli: "Lei è offensivo". E Berlusconi: "Sto facendo un' intervista con una giornalista prevenuta nei miei confronti e organica alla sinistra". "E' convenuto"? Ma come si permette Silvio Berlusconi di prendere in giro, ancora una volta, gli italiani? Per fortuna che dell'editto bulgaro è rimasta traccia. C'è il filmato, ci sono gli archivi dei giornali e delle agenzie dove chiunque può controllare quel che disse realmente a Sofia. Quel documento l'abbiamo rivisto tutti, nella prima puntata di Rock Politic, di Adriano Celentano. Incontro a porte chiuse con gli imprenditori bulgari? Ma se c'erano telecamere e giornalisti? Da non crederci! Nelle settimane successive all'editto bulgaro il sottoscritto fu contattato dal giornalista bulgaro Gregor Malinov che, in quell'occasione, fece una domanda a Silvio Berlusconi. Ha avuto ragione Romano Prodi a chiedere le regole per il faccia a faccia, è stato bravo Oliviero Diliberto l'altra sera (mea culpa, mea culpa... Come sapete ero contrario al faccia a faccia). Lui pensava di poter continuare a imbambolare i telespettatori con barzellette e con giornalisti compiacenti. Adesso, martedì prossimo, avrà di fronte il suo avversario, Romano Prodi. In un confronto ad armi pari. Questa è la democrazia, bellezza!!!

Sandro Ruotolo

08 marzo 2006

La scelta del 9 Aprile

Sul Corriere della Sera di oggi un fondo di Paolo Mieli con cui si fa un po' di chiarezza su chi sta con chi in vista delle prossime elezioni politiche.
A dispetto di quel che da tempo attestano, unanimi, i sondaggi, il risultato delle elezioni che si terranno il 9 e 10 aprile appare ancora quantomai incerto. È questo un buon motivo perché il direttore del Corriere della Sera spieghi ai lettori in modo chiaro e senza giri di parole perché il nostro giornale auspica un esito favorevole ad una delle due parti in competizione: il centrosinistra. Un auspicio, sia detto in modo altrettanto chiaro, che non impegna l’intero corpo di editorialisti e commentatori di questo quotidiano e che farà nel prossimo mese da cornice ad un modo di dare e approfondire le notizie politiche quanto più possibile obiettivo e imparziale, nel solco di una tradizione che compie proprio in questi giorni centotrent’anni di vita. La nostra decisione di dichiarare pubblicamente una propensione di voto (cosa che abbiamo peraltro già fatto e da tempo in occasione delle elezioni politiche) è riconducibile a più di una motivazione. [...]
Il resto lo trovate su ItaliaBlogOltre.

06 marzo 2006

Mors mea tacci tua


Tra qualche giorno (24 Marzo?) esce il nuovo album di Caparezza: Habemus Capa. Che poi sarebbe il terzo. Eccovi, attraverso la lista dei brani contenuti nel nuovo album, la storia che il cantautore racconta...

Mors mea tacci tua (intro)
Morivo dalla voglia di farvi ascoltare questo album. E infatti:

Annunciatemi al pubblico
Sono il mio cadavere ed analizzo tutta la retorica funebre,
compreso l'insopportabile elogio del compianto.

Torna Catalessi
Sono il padrone di Catalessi, un cane tranquillo
che scappando ha gettato la mia vita nel caos.

Gli insetti del podere
Sono un entomologo che osserva la vita degli orridi insetti
che popolano il giardino dell' Eden.

Dalla parte del toro
Sono una toro soggiogato dall'elegante matador di turno.
Ma quando girano le palle di toro..

Ninna nanna di MazzaròSono un baby sitter che tenta di tener sveglio un bimbo perché
chi è sveglio non si farà comprare.

Il silenzio dei colpevoli
Sono il proiezionista del nuovo cinema paradiso e faccio notare
ad uno spettatore che il film della sua vita è muto e in bianco e nero.

Profilo psichico (skit)
Introduce le riflessioni sulla diversità.

La mia parte intollerante
Sono un adolescente strano in una classe di adolescenti normali,
verso i quali provo una costruttiva intolleranza.

Inno Verdano
Sono un meridionale che vuole vestire di verde ed urlare
slogan razzisti contro se stesso.

Epocalisse
Sono l'opinione pubblica ed ho pareri discordanti sull'epoca
che sto vivendo.

Tii-yan (skit)
Apre la parentesi catodica.

The auditels family
Sono un membro della setta che custodisce il sacro share.

Ti giri
Sono il conduttore di un TG che fa notizia ma non ha notizie.

Titoli
Sono un broker che vi imbottisce la testa con termini
di cui nessuno ha capito nulla, mentre io ho capito tutto.

Felici ma trimoni
Sono il sacerdote che unisce il tipico imprenditore e la tipica modella
in un tipico matrimonio di interessi.
PS: trimoni in molfettese significa stupidi (letterale: masturbazione)

Sssaasss (skit)
L' epilogo della follia.

Sono troppo stitico
Sono un Norman Bates che tenta di ammazzare una donna
in modo legale, per non finire internato.

Habemus Capa
Dopo aver viaggiato di corpo in corpo finalmente ritrovo me stesso:
il cazzaro che va di corpo. In corpo.
Qui invece potete ascoltare qualche brano della sua precedente produzione.

05 marzo 2006

L'Opinione Pubblica Araba

Lia di Haramlik propone una lettura dei fatti legati alla pubblicazione delle vignette sul Profeta da parte di una rivista danese leggermente diversa da come i media italiani ce la propinano da settimane.

Val la pena di leggerle quelle parole. Poi ognuno la pensi come vuole.

Qui di seguito se ne riporta un ampio estratto.

A. L'opinione pubblica araba (OPA): si rivolge direttamente ai danesi e ai giornali, anche attraverso internet per mezzo di blogger e navigatori della rete. Diffonde un appello che raccoglie 28.000 firme e che:
1. Premette che la situazione internazionale è pessima, la gente è disperata ed è necessario proporre valori di pace, anziché di contrapposizione.
2. Si appellano al Codice di Condotta della Federazione Internazionale della Stampa e alla Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite. Non al Corano o a esotiche norme loro. A norme e principi internazionali comunemente condivisi e raccolti anche nelle nostre normative e codici di autodisciplina.
3. Fanno presente ripetutamente che ciò che gli preme tutelare attraverso il rispetto per il Profeta, specie in questo momento storico, sono i valori di base di tutte le civiltà (il non uccidere, il ricercare pace e giustizia etc) condivisi da tutte le religioni, e si richiamano esplicitamente a quella degli ebrei e a quella dei cristiani. Fanno un discorso di convivenza tra religioni. Parlano di "Profeti" sempre al plurale.

B. I giornalisti europei (GE): non gli rispondono; probabilmente, anzi, non leggono neanche l'appello, specie quelli italiani. Capiscono confusamente che c'è un giornale che vuole pubblicare una cosa e i musulmani non vogliono e, anziché cercare di capire cosa succede, si lanciano in difesa del giornaletto pubblicando vignette stupidissime e raccontando che i musulmani stanno minacciando, imponenendo le loro leggi, sfidando le nostre normative, imbavagliando la nostra libertà e via dicendo.
Quindi NON riferiscono l'appello dell'OPA ma ciò che loro credono che esso contenga.
Lo interpretano (o se lo sognano direttamente) e ci informano sulla base della loro interpretazione, non di ciò che è stato effettivamente chiesto: l'appello non viene mai pubblicato, benché si richiami esplicitamente alla loro etica professionale.

C. L'opinione pubblica europea (OPE): si beve immediatamente la versione dei fatti raccontata dai giornalisti (che in linea di massima non hanno capito né letto un cavolo) e ne ripete a pappagallo le parole d'ordine neo-fallaciane, con buona pace della "maggiore capacità di informazione libera dei blogger rispetto ai media." Analizza per settimane il punto di vista degli arabi senza leggerlo e tantomeno pubblicarlo, prendendolo dai giornali italiani e senza scomodarsi a leggere i siti, i blog e i giornali dei protagonisti delle loro pensose analisi.
Procede, quindi, a NEGARE ogni elemento di realtà che contraddica le sue teorie: "La situazione internazionale? Non c'entra". "Le leggi e i principi dello Stato laico? Loro, poverini, non li conoscono". "I valori che vengono difesi? Antiche superstizioni esotiche". "La convivenza tra le diverse religioni? Dobbiamo insegnarla agli arabi".

Risultato: ci lanciamo tutti in difesa del Sacro Diritto di Bestemmia senza avere capito un cazzo di ciò che ci era stato effettivamente chiesto.
Rimandiamo al mittente l'appello dei cittadini arabi senza manco leggerlo.
Nel mondo arabo si incazzano assai.
Noi ne rimaniamo meravigliatissimi.
I pacifici firmatari di appelli e petizioni rimangono senza interlocutori e senza burro danese.
I meno pacifici dicono: "Visto? Non vi hanno manco calcolato!" e si mettono a bruciare ambasciate.
Un centinaio di morti, forse di più.
Un disastro.
[...] A me pare che questa vicenda esprima la nostra autistica insipienza come poche altre.
E consiglio di coltivare
l'arte della vergogna, ogni tanto, oltre al diritto a una presunta libertà da fessi.

04 marzo 2006

Sanremo 2006

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SANREMO 2006

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Ma dove sono le canzoni?

di Mina

(da La Stampa del 4/3/2006)

Semplicemente. Sanremo non è più il Festival della Canzone Italiana, competizione canora, tradizione semisecolare di un popolo, appuntamento audiovideo imperdibile.

Lo sforzo artistico dei responsabili si sperde tra conservazione e innovazione, senza coraggio e con un po' di supponenza. Tanto lo guarderanno tutti. Il risultato di mesi di scelte si banalizza nella rappresentazione, come se il massimo dell'impegno fosse stato profuso nei preparativi in cucina da cuochi e maggiordomi di prim'ordine e la cena fosse poi più che frugale, quasi scadente.

Un consommé di dado, due grissimi senza contorno, un caffè di miscela Leone. E non basta. Tra una portata, si fa per dire, e l'altra un tempo di attesa non giustificato e comletamente a carico dei commensali.

Con una similitudine fin troppo scontata, proviamo ad immaginare la telecronaca di una gara di slalom in cui tra un concorrente e l'altro passassero lunghi minuti riempiti da commenti sul colore rosso e blu dei paletti o sui consumi dei motori del gatto delle nevi usato per preparare la pista.

Delle maltrattate canzoni sembra non importare niente a nessuno. Gli stacchi, i tempi, gli imbarazzi, le imprecisioni, i rimorsi, le delusioni, le false modestie, gli spot, le comparsate diventano clou ma, se non ricordo male, non sono canzoni.

Le melodie e le parole in esse incastrate e le voci ad esse deputate provano a farsi riconoscere la priorità presunta e dovuta. Mission impossible.

Sfarfallano soltanto tra molto nero lucido, qualche inutile demoralizzante interprete simultaneo di verità d'oltreoceano, troppe autocritiche indifferentemente intercalate ad autocelebrazioni.

In un clima interrogativo-depresso gli attori, tutti apprezzabili per l'amor di Dio, e gli spettatori dipanano la lungaggine senza farsi male, senza rischio. Un unico brivido è palpabile e riconoscibile. Trattasi dello sguardo di Del Noce che non sa se ridere o demoralizzarsi per sempre.

Conficca la spina dorsale nello schienale della poltroncina. Vorrebbe farsi ancora più piccolo o scomparire. Sembra dissociarsi. Qualcuno col cellulare acceso e sintonizzato con l'Auditel potrebbe comunicargli un senso di speranza o di consolazione, ma ho paura che neppure questo sia garantito.

Mi aspetto che pianga o che si picchi un pugnino sul ginocchio al grido di "Quanto mai!". La frittata è fatta ma, come dicevo, nepure quella è entrata nel menu. A noi non rimane che l'inno per antonomasia. "...Stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte, l'Italia chiamò, sì".

03 marzo 2006

Gli Avvenimenti di Left

Mi dispiace.

Una rivista rinata da poco più di tre settimane torna nel limbo di un futuro incerto. Si tratta di Left - Avvenimenti / Settimanale dell'AltraItalia.

Ecco come racconta i fatti Articolo21:
Il consiglio di amministrazione della editrice dell' Altritalia societa' cooperativa, editrice della testata Left Avvenimenti, ha comunicato ''l'avvenuta cessazione del rapporto professionale con i direttori Adalberto Minucci e Giulietto Chiesa''. E' quanto si legge in una nota dove il consiglio di amministrazione ringrazia Adalberto Minucci e Giulietto Chiesa per la collaborazione e il lavoro svolto finora a fianco di 'Avvenimenti'.

Left-Avvenimenti e' solo al suo secondo numero. Luca Bonaccorsi, direttore editoriale di Left-Avvenimenti, spende poche parole sull'improvviso 'licenziamento' dei direttori del giornale, Adalberto Minucci e Giulietto Chiesa: ''Sono molto dispiaciuto. Ma era venuto meno il rapporto fiduciario che ci legava''.

Left aveva debuttato solo 15 giorni fa con grandi ambizioni: giornalismo d' inchiesta, grandi firme, nomi noti come Dario Vergassola, vignettisti del calibro di Vincino e Vauro, fotografie di 'Contrasto'. Venerdi' e' previsto il terzo numero
che sara' firmato dal nuovo direttore Pino Di Maula.

Mi dispiace. Lo ripeto.

Ma senza le firme di Adalberto Minucci, Giulietto Chiesa, Diego Novelli e le vignette di Vauro non sono più interessato a questo settimanale.

Peccato davvero.

AUDIO-DOCUMENTO

L'intervista a Giulietto Chiesa tratta da Megachip.

Clicca e ASCOLTA!
oppure...
Scarica il file Audio (17 Mb)

01 marzo 2006

Intervallo Musicale (...e non solo)

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MieTerreRadio in modalità Radio.Blog presenta:

Musica nelle Terre - Playlist n°1

Clicca e ASCOLTA!ASCOLTA QUI
(clicca sul brano che desideri sentire)

Musica nelle Terre - Playlist n°2

Clicca e ASCOLTA!ASCOLTA QUI
(clicca sul brano che desideri sentire)


!!! ASCOLTA l'EXTRA1 nella Playlist n°2!!!
Contiene la lettura del post di Pupa da Millevocidentro del 20/2/2006