17 dicembre 2005

Ragionamenti

Un mio professore all'università diceva che non esitono problemi difficili e problemi facili esistono cose che si sanno e le cose che non si sanno.

Uno dei modi poi per aggredire un problema complesso è quello di scomporlo in problemi più semplici, la sommatoria delle soluzioni dei singoli problemi darà la soluzione nel suo complesso.

Mi chiedo adesso se queste teorie trovano un loro valore anche nell'ambito delle relazioni umane e nell'ambito dei problemi personali.

E' risaputo che pace, salute e prosperità costituisce un augurio che ci facciamo tutti, ed è quello che tutti ci auguriamo di avere.

Sta succedendo attorno a me che dei problemi di salute stiano mettendo in crisi il mondo in cui io pensavo di vivere. E questa volta non parlo solo dei miei suoceri.

Come si può scomporre un problema di salute in termini più semplici? E semmai ci riuscissimo puoi risolvere un parkinson affrontando intanto la motilità intestinale?

E di fronte ad una gamba che ostinatamente rifiuta di essere solo un'appendice motoria e si erge a protagonista della propria vita e sempre nei momenti meno opportuni puoi "scomporla" cercando intanto un paio di calze che la tengano al caldo?

E in tutto questo tu assisti, a margine, e ti chiedi, con sempre maggior frequenza, quanto sia giusto farsi coinvolgere e quanto sia sbagliata l'indifferenza e cosa puoi fare e cosa invece non devi assolutamente fare. E mentre pensi c'è una bolletta da pagare, gli ordinativi che sembrano montagne russe impazzite, l'emicrania sempre più feroce da contrastare.

E sei padre, marito, fratello, figlio, amico, conoscente. Ed ognuno si aspetta da te qualcosa e magari qualcosa sei anche abituato a chiedere e qualcosa è giusto che tu in ogni caso faccia.

E scomponi, scomponi, scomponi arrivi che in piena notte ti svegli e pensi, sognavo prima o adesso?

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