14 maggio 2006

E’ ora che il calcio torni ad essere anche un gioco

Del mio amico Max (Salto Del Canale), condivido e ripubblico questo post sullo scandalo che si è abbattuto ultimamente sul mondo del calcio italiano.

Il gioco del calcio è sempre stato una metafora di vita, in Italia più che altrove. Non è un caso infatti che vi sia stato chi ha voluto introdurre il linguaggio calcistico direttamente nell’agone politico: non più candidati alle elezioni, ma persone che “scendono in campo”; non più simboli di partito, ma bandiere e striscioni; non più gruppi politici, ma “squadre avversarie”; non elettori, ma tifosi; non leader di coalizioni, ma “punte e mezze punte”; non differenze di voti, ma “gol di scarto”; e così via.

In realtà, parte della politica italiana ha strumentalizzato una giocosa passione ai fini di raccolta del consenso popolare, immiserendo profondamente non solo il linguaggio, ma anche i contenuti del confronto politico nazionale.

Adesso anche i più sprovveduti sanno che il calcio non è più un gioco, ma prevalentemente un enorme business dove poteri forti ed incontrollati condizionano i risultati delle partite, falsando beatamente qualsiasi minima regola sportiva. Ed è così che la metafora si è per così dire ribaltata, riflettendo nel gioco del calcio l’arroganza ed il senso di impunità di quella classe politica (di “destra” o “sinistra” poco importa) che ha fatto e può fare solo il male dell’Italia.

Esiste però un’Italia migliore, ed è fortunatamente rappresentata dalla maggioranza degli italiani. E’ ora che quest’Italia finalmente prevalga. E’ ora che il mondo del calcio torni ad essere un gioco. Ed è ora che la Politica riacquisisca quella indispensabile dose di serietà senza la quale non solo il calcio, ma qualsiasi altro settore economico e sociale è destinato a concentrare nella mani di pochi uomini senza scrupoli le sorti ed il destino del nostro Paese, e con i rivoltanti risultati che sono sotto gli occhi di tutti.

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