28 marzo 2008

Io, Manilo, nostra madre (Gennaio 2004)






Così la mattina scelgo la strada più lunga per arrivare, quella che mi fa vedere più verde e meno auto. Quella in cui ci sono soventi curve, in cui tra le rughe dell'asfalto qualche pianta, o dell'erba, approfitta di granelli di terra per affondare le radici.
L'ultimo tratto scorre alle pendici esposte a ponente di un colle. Da un lato scorgo roccia e arbusti, dall'altro gli argini del Retrone; torrente capriccioso e viziato dalle acque padane. Tra i volteggi del suo letto, quando s'affacciano i primi freddi d'autunno, alle prime luci dei giorni sereni, appaioni foschie uniche. Come un uomo di bassa statura, le nebbie rimangono sospese a mezz'aria, sotto la linea d'occhi di qualunque provvido campiere. Tra i verdi e gli scoli d'acque, lo spettacolo di silenzio nelle ovatte di bianco si ripresenta come miracolo. Lascierei l'auto se potessi, in un bordo che non esiste perchè fagocitato dai canali di scolo.
Immagina l'assaporare gli odori pregni di terra e nebbie. E poi chinarsi negli abissi delle foschie, per svanire solo un istante. Manilo
Il brano "Ricordare" da "Una pura formalità" di Giuseppe  

Ricordare, ricordare
è come un po' morire
tu adesso lo sai
perché tutto ritorna
anche se non vuoi.
 
E scordare, e scordare
è più difficile
ora sai che è più difficile
se vuoi ricominciare.


Ricordare, ricordare
come un tuffo in fondo al mare
Ricordare, ricordare
quel che c'è da cancellare.


E scordare e scordare
è che perdi cose care
e scordare e scordare
finiranno gioie rare.


E scordare e scordare
è che perdi cose care.


Ricordare, ricordare
è come un po' morire
tu adesso lo sai
perché tutto ritorna
anche se non vuoi.


E scordare, e scordare
è più difficile
ora sai che è più difficile
se vuoi ricominciare.


Ricordare, ricordare
come un tuffo in fondo al mare
Ricordare, ricordare
quel che c'è da cancellare.


E scordare e scordare
è che perdi cose care
e scordare e scordare
finiranno gioie rare.