monografico (penso che gli altri siano stati anche loro a tema) è costruito in modo che possiamo dire curioso ed ingegnoso nello stesso tempo. Si parla del modo di vivere e di vedere la sessualità degli italiani nell'ultimo cinquantennio attraverso gli articolo apparsi nel corso degli anni su "L'Europeo" con intercalati articolo scritti appositamente per questo numero. Andando ai contenuti mi ha attratto l'articolo sulla senatrice Lina Merlin, che come certamente saprete ha firmato l'omonima legge che imponeva la chiusura delle cosiddette "case chiuse". Ho sentito parlare tante volte della Merlin ma non mi era mai capitato di leggere una sua intervista, che è apparsa su "L'Europeo" n° 30 del 1963, (anno in cui io non ero
ancora nato). Rimbecca ad una ad una a tutte le critiche che le venivano lanciate contro la sua legge. Leggiamone un pezzetto:
Che forza ragazzi, eh? Chissà cosa ne pensano i nostri "amici" del blog didestra.Sa chi mi dà più disgusto? Le madri che dicono: e ora chi mi educherà sessualmente mio figlio? Ah, sì? Ti chiedi questo e non ti chiedi se il medesimo figlio te lo mandano a morire ieri per la patria domani per Mussolini, dopodomani per il petrolio? Eppoi, che giovani son questi giovani che per avere una donna devono farsela servire su un vassoio come una fagiana? Bei giovani! Altra accusa: quella che la prostituzione non si sia affatto abolita, che continui come prima, nella stessa brutale umiliazione morale, nello steso sfruttamento, nella stessa desolazione. E chi pretendeva di abolire la prostituzione? Io?!? La mia legge mirava solo a impedire la complicità dello stato. Rileggete il titolo «Abolizione della regolamentazione per la lotta contro lo sfruttamento della prostituzione altrui ».