15 settembre 2002

Non perdiamoci di vista

«Non perdiamoci di vista. Ora che ci siamo ritrovati, rimaniamo in contatto. Noi cittadini possiamo fare politica, possiamo farla con piacere e possiamo farla ognuno con le proprie idee ma rimanendo uniti, noi oggi qui siamo uniti.» Nanni Moretti ha così iniziato il suo intervento di fronte alla sterminata platea di Piazza San Giovanni a Roma. Ora (spero) mi permetterà Ludik di riportare il
suo bel post sulla manifestazione 

«Ma che ne sanno loro della piazza? Non c'è niente di sovversivo, di ringhioso o di pericoloso in una grande piazza, piena di gente. Diventa pericoloso invece chiudersi nelle stanze vuote di fronte di una tv o nelle stanze asettiche del potere. La piazza invece è bella, fa bene, mette allegria, fa fare amicizia, fa capire tante cose.
Altro che "totalitaria", semmai la piazza può essere totalizzante. A vederla dall'alto è solo una immensa indistinta marea, un raduno di corpi e bandiere come formiche colorate e ondeggianti.
Invece da dentro la piazza diventa ancora più grande, più varia, più diversa.
Studenti, pensionati, suore, militanti. Ognuno col suo cartello o bandiera o
maglietta o solo con la sua faccia e la sua storia.Tanti, troppi per tentare
generalizzazioni. Anche la banda musicale napoletana dopo "Bandiera
Rossa" si è esibita in "Cacao meravigliao". Tutti
auto-organizzati, auto-convocati, auto-finanziati. Eccola, ieri pomeriggio in
piazza San Giovanni la società civile.
Non è il numero che importa. Siamo tanti, e questo lo può vedere chiunque.
Noi c'eravamo dati appuntamento alle 14, in un incrocio appena fuori dalla piazza. E già a quell'ora ci siamo ritrovati circondati dalla gente, dalla folla che ancora arrivava. Teste e cartelli e bandiere. In tutta la piazza, e poi dietro via Carlo Felice, verso Porta San Giovanni, e anche sotto, intorno e persino sopra la statua di San Francesco, punto di incontro per gli immancabili dispersi.
Eravamo circa una ventina della lobby di Claudio Sabelli Fioretti e le magliette
"Fatto l'inganno trovata la legge" sono venute benissimo e hanno
riscosso grande successo. A metà della manifestazione il sub-bloggatore Sabelli si è disperso nella folla alla ricerca di altri amici e parenti. Poi c'era il "Web in piazza" con il cartello "Connect your mind" attaccato pure sulle magliette. Già, ma dov'era? Io ho visto solo Proserpina & friends da cui è partita l'idea.
Nanni Moretti ha entusiasmato la piazza, pienissima sotto il sole alle tre del pomeriggio. Se l'avessi visto in uno dei suoi film, il mitico Nanni,
arringare la folla di San Giovanni mi sarebbe venuto quasi da ridere. "Gli italiani hanno votato Berlusconi inseguendo un sogno e si sono
risvegliati in un incubo"
.
Hanno parlato in tanti, si è fatto silenzio e poi lunghi applausi quando sul
palco è salito Gino Strada, e poi Giuliano Giuliani, don Ciotti e ancora tanti.
Scrittori, registi, studentesse 17enni o intellettuali di mezza età sul palco,
e i politici sotto, tra la gente, ad ascoltare, e magari prendere nota. Sembra diverso, forse almeno per oggi è quasi meglio. E' una manifestazione speciale, diversa, inedita. Ma con un governo così, fuori dalle regole della legalità e della democrazia, ci vuole un'opposizione diversa, speciale. O semplicemente solo unita.
"La ricchezza della nostra convivenza per affrontare l'arroganza del
potere"
, come dice il vecchio Vittorio Foa.»

Scrive poi Eugenio Scalfari su la
Repubblica
: «Perciò il primo significato della giornata di ieri è quello di un vigoroso ritorno in campo di moltissimi che per le ragioni più varie si erano tirati indietro. Ebbene, non è questa una data di festa per la democrazia?».
Chiudo con quanto scrive Riccardo Barenghi sul Manifesto:«E' accaduto qualcosa di straordinario
ieri a Roma: di tanto straordinario che nessuno (o quasi) lo aveva previsto.(...) Questa è la doppia novità che si è prodotta ieri a Roma, anzi in tutta Italia. Cioè che tanta e tanta gente di ogni ordine e grado (giovani e vecchi, poveri e no, lavoratori dipendenti e professionisti, intellettuali e manuali), abbiano deciso di scendere in campo (perdonate l'espressione) senza aspettare i nostri godot ma senza nranche demonizzare i partiti o volersi fare partito. Riempie uno spazio, anzi una piazza che i partiti della sinistra hanno lasciato vuota. Con una domanda di radicalità e soprattutto di movimento (nel senso di muoversi, fare qualcosa, uscire dalle tane) che è salutare.»

Come dice la vignetta di Vauro, NON PERDIAMOCI DI VISTA e soprattutto NON PERDIAMOLO DI VISTA (a Berlusconi intendo)!