Ecco il discorso con cui Barack Obama ha celebrato la vittoria a Chicago.
Obama: Ciao, Chicago.
Se c’è qualcuno lì fuori che ancora dubita che l’America sia un posto dove tutto è possibile; che ancora si chiede se il sogno dei nostri padri fondatori
è vivo ai nostri tempi; che ancora mette il dubbio il potere della nostra democrazia: questa notte è la vostra risposta.
E’ la risposta delle code che si allungavano intorno alle scuole e alle chiese in numeri che questa nazione non aveva mai visto, della gente che ha aspettato
tre e quattro ore, molti per la prima volta nella vita, perché credevano che questa volta dovesse essere diverso, che le loro voci potessero fare la differenza.
E’ la risposta che viene dai giovani e dai vecchi, dai ricchi e dai poveri, democratici e repubblicani, neri, bianchi, ispanici, asiatici, indigeni americani,
gay, eterosessuali, disabili e no.
Gli americani hanno mandato un messaggio al mondo: non siamo mai stati solo una lista di individui o una lista di stati rossi e stati blu. Siamo, e sempre
saremo, gli Stati Uniti d’America.
05 novembre 2008
Barack Obama: una speranza per il futuro
22 ottobre 2008
Crisi economica: anche le nostre democrazie sono in pericolo?
da Il Sole 24 Ore del 22/10/2008
di Carlo Bastasin
di Carlo Bastasin
Il ritorno in auge della politica sembra inarrestabile e in questa prospettiva la settimana passata rimarrà memorabile per i Governi europei. Il premier britannico Gordon Brown, un cadavere politico fino a dieci giorni fa, è diventato nella pubblicistica anglosassone “il salvatore dell’universo”. Nicolas Sarkozy ha rivelato risorse di leadership tramutando in un successo gli iniziali fallimenti nel coordinamento europeo.
Il presidente francese e Silvio Berlusconi hanno superato il 60% dei consensi, un livello che il premier italiano ha definito «quasi imbarazzante» in democrazia. Angela Merkel ha ottenuto, come accadeva ai sovrani, sia la gratitudine dei banchieri tedeschi sia la loro umiliazione e quindi il consenso nell’opinione pubblica.
Nella facciata rassicurante dei Governi che fanno barriera alla crisi c’è tuttavia una crepa. In tutte le risposte pubbliche c’è stata una notevole dimostrazione di leadership, ma un’altrettanto notevole assenza di confronto democratico. I Parlamenti sono stati irrilevanti, il dibattito su cause e rimedi è rimasto schiacciato sotto la retorica millenarista della fine del mondo. L’opinione pubblica non sembra però avere dubbi, non c’è preoccupazione per la sbrigatività delle procedure parlamentari. La paura del crollo epocale del sistema ha offerto una base di legittimazione irrazionale in cui ciò che disperde la paura non è frutto del faticoso e fallibile negoziato umano, ma di una necessità storica. Così nei sondaggi la leadership è premiata a costo di sacrificare, quasi di buon grado, la democrazia.
14 ottobre 2008
Gaetano Pecorella
Laurea in giurisprudenza, avvocato penalista, docente universitario in pensione.Secondo voi un uomo con questo curriculum merita o no di diventare membro della Corte Costituzionale? Certo è che in questa Italia stupiscono poche cose oramai.
Inizia la carriera politica come militante di Potere Operaio, collaborando col servizio giuridico di Soccorso Rosso Militante, poi entra nel movimento della sinistra radicale di Democrazia Proletaria. Successivamente entra a far parte del Partito Socialista Italiano, ed, infine, in Forza Italia.
Dal 1994 al 1998, per due mandati, è stato presidente dell’Unione delle Camere Penali Italiane.
Accusato di favoreggiamento per la strage di Piazza della Loggia. Iscritto al gruppo parlamentare Forza Italia dal 3 maggio 2006, è deputato. Viene considerato come la mente giuridica di Forza Italia. È stato anche avvocato difensore di Silvio Berlusconi.
Porta il suo nome una legge, varata nel secondo governo Berlusconi, che prevede l’inappellabilità da parte del pubblico ministero delle sentenze di proscioglimento. La Corte Costituzionale ha dichiarato però tale legge incostituzionale. Le parole di risposta di Pecorella furono: «questa sentenza è in grado di riaprire processi che già sono in Cassazione e tornerà ad essere decisivo non il giudizio orale e pubblico di primo grado, ma quello d’appello fatto sulle carte scritte» tratte dal Corriere della Sera: sentenza indegna Non è democrazia
06 ottobre 2008
I soldi sono nulla
Giusto, sottoscrivo. Ed inizi a rinunciare al “nulla” dei 4 miliardi di euro che la Chiesa Cattolica costa ogni anno all’Italia.
(E per la scuola che ne dite dei 22000 insegnanti di religione stipendiati dallo Stato?)
Vecchi Commenti
05 ottobre 2008
Credit crunch
Ci sono espressioni, dal suono sinistro, che sembrano nate per incutere paura. Credit Crunch è una di queste.
Non si vuole qui fare dell’allarmismo. Il problema è che qualcuno non ce la sta raccontando giusta e più ci dicono di stare tranquilli e più ognuno di noi dovrebbe cercare di informarsi meglio e cercare di capire. Io sto cercando di farlo.
E quello che sto capendo non mi fa assolutamente piacere ad iniziare dal fatto che non è assolutamente vero che la crisi finanziaria innescata negli Stati Uniti dai crisi dei mutui subprime non coinvolga l’Europa e l’Italia in particolare e che non sia una crisi solo finanziaria.
E’ già sotto gli occhi di tutti (tranne che dei TG media-rai-nazionali) che siamo in un momento delicatissimo, vedi vicenda Unicredit. Tanti nodi stanno venendo al pettine e saranno dolori per tutti, temo.
Non si vuole qui fare dell’allarmismo. Il problema è che qualcuno non ce la sta raccontando giusta e più ci dicono di stare tranquilli e più ognuno di noi dovrebbe cercare di informarsi meglio e cercare di capire. Io sto cercando di farlo.
E quello che sto capendo non mi fa assolutamente piacere ad iniziare dal fatto che non è assolutamente vero che la crisi finanziaria innescata negli Stati Uniti dai crisi dei mutui subprime non coinvolga l’Europa e l’Italia in particolare e che non sia una crisi solo finanziaria.
E’ già sotto gli occhi di tutti (tranne che dei TG media-rai-nazionali) che siamo in un momento delicatissimo, vedi vicenda Unicredit. Tanti nodi stanno venendo al pettine e saranno dolori per tutti, temo.
22 settembre 2008
Sei Anni (senza la condizionale)
Questo blog con il nome "BlogOltre" è nato ufficialmente il 1° Ottobre 2002.
Siamo oramai vicino al sesto anno di vita. Una vita, vegetativa in certi momenti, sempre alla ricerca di motivazioni e di stimoli nuovi.
BlogOltre.it risponde alla mia necessità in qualche modo di essere nel web cosa che si traduce in certi momenti ad un mero atto di presenza e spesso di assenza per più mesi (come questa estate). Spesso sono fuggito da questi lidi per creare altri spazi che durano il tempo che durano e poi mi ritrovo a ritornare qui a voler riprendere il filo di un discorso che in realtà non esiste.
Se scorro gli archivi di questo blog, in realtà una raccolta di cose provenienti da altri miei spazi web, trovo un condensato di quello che credo sia il mio modo di essere: un caotico ordine.
E intanto sono sei anni, e senza la condizionale.
Siamo oramai vicino al sesto anno di vita. Una vita, vegetativa in certi momenti, sempre alla ricerca di motivazioni e di stimoli nuovi.
BlogOltre.it risponde alla mia necessità in qualche modo di essere nel web cosa che si traduce in certi momenti ad un mero atto di presenza e spesso di assenza per più mesi (come questa estate). Spesso sono fuggito da questi lidi per creare altri spazi che durano il tempo che durano e poi mi ritrovo a ritornare qui a voler riprendere il filo di un discorso che in realtà non esiste.
Se scorro gli archivi di questo blog, in realtà una raccolta di cose provenienti da altri miei spazi web, trovo un condensato di quello che credo sia il mio modo di essere: un caotico ordine.
E intanto sono sei anni, e senza la condizionale.
Vecchi Commenti
- Massim.
Beh, un risultato straordinario in una ancora giovane blogosfera!
Complimentoni!
1 Ott, 9:59
- Pietro. B.
Grazie Mille…e sei!
5 Ott, 19:46
03 agosto 2008
Pensieri Estivi
Non è che io non creda in Dio. E' che Lui mostra di non aver fiducia in noi che siamo stati creati a sua immagine e somiglianza.
E' che Lui permette l'esistenza di centinaia di migliaia di falsi idoli.
E' che lui permette che si uccida in suo nome.
E' che lui si affida al clero per parlarci. Perché non può farlo direttamente? Perché il papa deve parlare a suo nome?
Vedete, non è che non creda in Dio. E' solo che non vedo una sola buona ragione per farlo. Tutto qui.
(Dite che sono Ateo? No, no, cerco solo di essere ragionevole come ho cercato di esserlo nei 44 anni della mia esistenza)
E' che Lui permette l'esistenza di centinaia di migliaia di falsi idoli.
E' che lui permette che si uccida in suo nome.
E' che lui si affida al clero per parlarci. Perché non può farlo direttamente? Perché il papa deve parlare a suo nome?
Vedete, non è che non creda in Dio. E' solo che non vedo una sola buona ragione per farlo. Tutto qui.
(Dite che sono Ateo? No, no, cerco solo di essere ragionevole come ho cercato di esserlo nei 44 anni della mia esistenza)
07 luglio 2008
Piccole Depravazioni Estive
Non proprio quelli della foto ma qualcosa di molto simile.
Badate bene io non sono un tipo che ama vestirsi bene e questo per chi mi conosce non è un mistero però mettere gli shorts in città mi è sempre apparso una cosa da cafoni (come scaccolarsi mentre si guida).
Oggi non ho di certo cambiato idea per niente mi sono solo divertito a vestirmi da cafone (e scaccolarmi in macchina). E devo dire che è stato l'unico raggio di sole in una giornata per il resto molto ventosa.
In ultimo un saluto a due miei recenti lettori Claudio e Monica.
(Per il post sui videogiochi non temete prima o poi lo scriverò, forse.)
01 luglio 2008
Un gioco ci seppellirà
Vi racconterò come a 44 anni si possa essere delusi e disillusi della politica (e non solo) e scoprire un mondo nuovo pensando di poterlo usare a vantaggio della propria mente e quindi del proprio corpo cioè il mondo dei videogiochi intelligenti.
A presto!
08 giugno 2008
Dear Sindaco
da Mariemarion
Caro Sindaco di Roma
come direbbero dallo Spazio:
we have a problem.
Più d'un problema, per la verità.
Non vorrei essere nei Suoi panni
perché ognuno dei sei milioni di abitanti la capitale
avrà il suo bel problema personale
che sarà sempre più importante di quello altrui.
Perciò scrivo a nome della gente
che non sa neanche cosa sia internet
che non le hanno insegnato la potenza rivoluzionaria
di questo strumento di democrazia reale, a saperlo usare.
Abbiamo un problema di Educazione, Signor Sindaco
anzi, di Rieducazione alla Civiltà, per la precisione.
Si dice in giro che presto faremo la fine della Campania
e allora mi chiedo come mai non sia stato ancora previsto
un piano educativo che ci insegni e ci educhi
alla raccolta differenziata dell'immondizia.
Quella che vidi fare per la prima volta a Milano
con un rigore esagerato per i miei barbari gusti romaneschi:)
Tornata a Roma m'accinsi però di buzzo buono
a fare la mia microscopica parte dividendo le cose
da gettare via per ordine di materiale biodegradabile o meno
ancorché poco o niente ne sappia di biodegradabilità e roba varia.
Ma poi ho visto che di notte i camion della Nettezza Urbana
arraffano i cassonetti sotto casa e tutto mescolano nel gran cassone
cosicché, pigra e financo barbaramente romana mois:)
semplicemente ho ripreso il comodo vecchio trantran
infischiandomene di raccolte più o meno differenziate.
Finché, leggendo per mesi sui telegiornali
le notizie riguardanti Napoli & Dintorni mi sono detta:
ohibò, ma allora quella civile raccolta milanese
davvero serviva a qualcosa!
31 maggio 2008
44 gatti
Io e mia madre siamo nati lo stesso giorno e per dirla con più precisione io sono nato nel giorno del 23° compleanno di mia madre. Oggi lei è a Modena con me.
Anche lei non vuol sentir parlare di festa. Diciamo che è un giorno speciale da passare in apnea magari guardando la foto di noi tre.
Buona vita a tutti!
23 maggio 2008
Le paperette di Giovanni Falcone
Quest’anno non so cosa scrivere. E’ questa la realtà. Parlare di Giovanni Falcone non è facile, e non mi va di commemorare, o di metter giusto in fila qualche parola perché va fatto. I giorni d’angoscia, dopo le due stragi, e d’euforia, all’insorgere consapevole dei cittadini siciliani, si sono scemati, uno dopo l’altro. La vera identità di alcuni uomini di potere è emersa, il momento del buon viso a cattivo gioco è finito, ora si viene allo scoperto, si attacca, si scardinano anni di lotta, si viola la memoria di decine di vittime cadute contro un nemico. Non avverto uno stato padre e garante, con cui condividere i nemici da lottare.
L’assoluzione di Giulio Andreotti per prescrizione del reato, è l’emblema dell’ambiguità, la tipica sentenza salomonica. Assolto, quindi, il vecchio regime connivente, che potrà godere ancora dell’impunità. Accontentata l’accusa, perché in fondo un assoluzione per prescrizione implicitamente contempla un accertamento di reato. Non bisogna dimenticare, però, che si sono spazzate vie alcune delle più importanti conquiste. Pio La torre è stato sconfitto due volte, prima con l’eliminazione fisica e dopo con l’annullamento, di fatto, della sua legge (Rognoni-La Torre), per cui, tra l’altro, l’atto criminoso del mafioso non si conclude con il compimento di un reato. Da quella legge in poi, il mafioso fa parte di una organizzazione strutturata ed altamente eversiva, sposa una “filosofia” ed un modo di essere che non avrà mai fine, considerato l’eredità che lascerà ai figli.
Giovanni Falcone aveva detto con le lacrime agli occhi: “Io ho solo l’onore e la mia vita, l’onore me lo hanno già tolto – scartandolo, clamorosamente, dalla direzione della super procura, e preferendo Agostino Cordova – e un giorno mi toglieranno la vita”. Sappiamo, purtroppo, che è stata una facile profezia, che dopo qualche settimana, da quelle parole, sarà trucidato insieme alla moglie e a gli agenti di scorta. Oggi si mette in discussione tutto, a partire dalla sua memoria, perché, più o meno implicitamente, viene accusato di aver fatto un uso spregiudicato dei collaboratori di giustizia – pentiti, se preferite. Di essere un arrivista, di voler fare carriera, questo no, oggi non lo paventa più nessuno, e lo credo bene.
Io sono testimone oculare della vita a cui era costretto Giovanni Falcone, ricordo all’interno del tribunale una gabbia blindata – non esagero – in cui conduceva più dei tre quarti della sua esistenza. Ricordo mattine surreali, in cui all’apertura dell’ennesima porta, all’esecuzione dell’ennesimo controllo, un denso fumo bianco, di una sigaretta perennemente accesa, pervadeva ogni cosa, segnandola inevitabilmente con il puzzo pregnante. Lavorava anche di notte, correva contro il tempo, sapeva di non potersi distrarre e che se voleva bere un caffè bisognava ordinarne un vassoio con una decina di tazzine; per sicurezza.
L’agguato era dietro le porte. Ma il colpo di grazie, quello peggiore, non l’ha inflitto la mafia, ma uno stato irriconoscente; inevitabile per un’entità collusa. Falcone in fondo credeva nei cittadini, sapeva, e diceva, che la mafia, come tutte le cose umane, ha avuto un inizio e avrà una fine. Oggi mi ritrovo solo a sperare che non venga seppellita la verità storica. Nei giorni immediatamente successivi alla strage di Capaci, un uomo si muoveva freneticamente, nel tentativo, quasi impossibile, di anticipare le mosse di un’entità fantasma. Lavorava giorno e notte, senza quasi mai fermarsi. Era una lotta contro il tempo, e ciò che aveva appreso era così grave da sconvolgerlo profondamente. Quindi, sapeva che da li a poco sarebbe stato eliminato anche lui.
Paolo Borsellino a Casa Professa quella sera era un’ombra, gli occhi lucidi come chi non ha più lacrime da versare, la voce spenta dalle sigarette e dalle notti insonni. Era li per i giovani, per far sopravvivere un messaggio, oltre le proprie gambe che da li a poco verranno falciate. L’ho visto; era distratto, assente, alienato, distrutto. Credo che avesse qualcosa che gli scoppiava nella mente; forse la consapevolezza di informazioni ancora non provate, ma gravissime, che l’avrebbero ridotto al silenzio. Per quest’incapacità italiana di piangere, sinceramente, le proprie vittime, e di legarle alla memoria, come si fa solo con i valori più alti, oggi sono attonito, incapace del bel discorso commemorativo.
Le paperette sono ancora in quella stanza, ora fredda, e inevitabilmente silenziosa. Lui, Giovanni, amava maneggiarle con cura e disporle a piacimento, secondo l’inclinazione del momento. Alla folta schiera, spesso, se ne aggiungevano altre. I suoi amici sapevano del suo amore per quei variopinti soprammobili, la sua costanza nel collezionarle, e di sovente ne facevano oggetto di regalo. Di legno, plastica, carta, ceramica; dei materiali più svariati, e sempre mistiche, allegre. L’ho visto rilassato e felice, una foto lo ritrae con le sue paperette, e lui ne appariva il tutore, di più, il cultore. Amo pensare che la sera, quando poteva, si sedeva nella poltrona per godersi gli immaginari versi in schiera ed il beccheggiare. Era questo il suo salotto possibile, non le case bene di Palermo. Era questo Giovanni Falcone, troppo semplice e umano per essere “solo” eroe, un uomo che amava la sua Palermo, profondamente, fino a dedicargli l’esistenza, ed in estremo la vita.
(Pubblicato in origine su ItaliaBlogOltre il 22/05/2003)
Vecchi Commenti
- Enrico Torielli
@BlogOltre: che mai ti sento dire???
Andreotti NON è stato assolto “per mezzo della prescrizione”! Se tu avessi studiato diritto, sapresti che la prescrizione è DIVERSA dall’assoluzione! “Prescrivere” significa SEGARE il processo, perchè la distanza temporale del processo dal momento di commissione del reato viene considerata come “eccessiva” (anche se ultimamente, per salvare il culo al fantino, hanno accorciato i tempi alle prescrizioni…). Senza la prescrizione, Andreotti sarebbe considerato colpevole!
3 Lug, 14:48
18 maggio 2008
Napoli brucia Napoli
E' il segno brutale, un evidenziatore gigantesco del decadimento dell'Italia in quanto nazione che si appella ancora civile.
E' un segno della imminente implosione in quanto nazione.
Napoli alla Gomorra, consegnata alla camorra ed ai rifiuti.
Vecchi Commenti
- Achille della Ragione
da alcuni giorni Napoli brucia senza sosta a tutte le ore, bruciano in cento luoghi i cumuli di spazzatura, ai quali cittadini inferociti appiccano le fiamme innalzando roghi sacrificali generatori di micidiale diossina, ardono i campi rom, situati nella disperata periferia cittadina, ad opera di criminali applauditi da una folla divenuta intollerante e xenofoba, bruciano “e cervelle” a tutti i napoletani che, stretti tra rifiuti ubiquitari, criminalità diffusa, traffico impazzito e disoccupazione da record, vedono la loro città abbandonata ad un destino atroce, ma soprattutto va in fumo definitivamente una grande e gloriosa capitale dopo 2500 anni di storia invidiata, che non ha conosciuto né il ghetto, né l’Inquisizione, costretta ad un’esistenza da quarto mondo senza speranza di riscatto o di redenzione.
Il fuoco ha sempre rappresentato un segno di purificazione e di rigenerazione, dalla Bibbia alle antiche vestali romane, ma le fiamme napoletane sono quelle dell’inferno dantesco, simbolo di un castigo divino al quale non ci si può opporre, producono solo cenere e distruzione.
La furia devastatrice che si sta scatenando in questi giorni è sintomo di un malessere che ha colpito il cuore pulsante e la stessa anima tollerante della città.
Gli zingari non sono i soli disperati che vivono ai margini della società, vi sono moltitudini di accattoni, di senza casa accampati all’addiaccio, di sbandati che vivono alla giornata, di disoccupati costretti ad una minacciosa quanto sterile protesta.
Attenti che non venga in mente a qualcuno che si possa risolvere questo ed altri problemi scatenando un gigantesco falò.
Achille della Ragione
19 Mag, 13:45
Massim.
La sofferenza di Napoli è qualcosa che fa male al cuore… davvero.
Il tuo blog è stato una bella scoperta. Ne approfitto per ringraziarti di avermi linkato. Tornerò da queste parti.
28 Mag, 13:32
08 maggio 2008
Il nuovo governo di destra
< Padron nostro
che sei al governo
sia massmedizzato il Tuo nome
Fiat e Mediaset voluntas tua.
Dacci oggi il nostro pane interinale
rimetti a noi i nostri crimini
come noi li rimettiamo ai nostri superiori
e non c’indurre in tentazione di pensare
ma liberaci da ogni legge
e così sia >
(dal blog di Augusto Cavadi)
che sei al governo
sia massmedizzato il Tuo nome
Fiat e Mediaset voluntas tua.
Dacci oggi il nostro pane interinale
rimetti a noi i nostri crimini
come noi li rimettiamo ai nostri superiori
e non c’indurre in tentazione di pensare
ma liberaci da ogni legge
e così sia >
(dal blog di Augusto Cavadi)
04 maggio 2008
Prima Comunione
(Ada è al centro tra i due figuri di spalle)
Che è stata una gioia così pura e così se vogliamo distante dall'atto in se che mi ha riscaldato il cuore.
Ada, ti voglio un mondo di bene.
02 maggio 2008
Gangsta bop
Ci sono canzoni che loro malgrado diventano colonna sonora di un avvenimento, di una situazione di un periodo.
Gangsta bop di Akon (conosciuto per puro caso) è stata per me una canzone legata ai viaggi che facevo quando lo scorso anno andavo a trovare mio fratello percorrendo l'autostrada che separa Modena da Montecchio (Vicenza) e viceversa.
Nel suo ritmo ritrovavo conforto e forza, quella della disperazione, che dovevo tirar fuori per essergli accanto in quei difficilissimi frangenti.
AKON - GANGSTA BOP di carrasso41
Gangsta bop di Akon (conosciuto per puro caso) è stata per me una canzone legata ai viaggi che facevo quando lo scorso anno andavo a trovare mio fratello percorrendo l'autostrada che separa Modena da Montecchio (Vicenza) e viceversa.
Nel suo ritmo ritrovavo conforto e forza, quella della disperazione, che dovevo tirar fuori per essergli accanto in quei difficilissimi frangenti.
AKON - GANGSTA BOP di carrasso41
28 aprile 2008
In un ricordo il senso delle cose
Mi piace invece oggi ricordare Manilo come un anelito alla vita ed alla speranza e non come un'iscrizione funeraria. E con i suoi figli, e Ada e nostra madre. E la sua compagna.
Nonna e Nipotino (Nicolò)
Nonna e Nipotine (alla sua destra Lidia alla sua sinistra Ada)
Automa; agisco, interagisco, muovo gli arti, avanzo e produco. Il corpo è coordinato dalla mente razionale che lo muove e lo gestisce, secondo programma. Alieno, io, abito altrove; in quella parte immaginaria costruita lungo l'argine degli anni. Eventi, persone, luoghi e situazioni; tutto succede ha una logica irrazionale e avanza in una lenta e imprecisa costruzione. Così mi si vede, ma è come leggermi addosso il cartellino "torno subito", nel mio evanescente senso del tempo. Vivo meglio lì; o, meglio, vivo lì; nel connubio di parole sparse private d'oblio che riecheggiano ai bordi di ogni tempio. Ricordi, persone; ma più spesso intavolo scambi e ricami d'alterchi; imbastisco poi coinvolgenti sfide con figure approssimate e sfuggevoli nell'animo. Immagini d'acqua concentriche, parole sibilline, sculture d'aria, luci che immaginano colori; perso tra i fraseggi, a volte sento il richiamo del reale - che strano luogo inimmaginabile - che insiste nel fare fastidioso di zanzara.
La porta è aperta, a chi intende.
Manilo Busalacchi (da Presti siamo nella pioggia)
22 aprile 2008
Pietra Spaccata
Zallaq ha trovato, tra le sue web-scartoffie, una foto che gli ricorda la sua fanciullezza e pensa di fare una cosa carina a metterla qui a disposizione di tutti.
Localita: Pozzallo - Ragusa - Sicilia - Italia
I primi palpiti amorosi, i primi baci, gli amici di una vita. E persone che non ci sono più.
Vecchi Commenti
I primi palpiti amorosi, i primi baci, gli amici di una vita. E persone che non ci sono più.
Vecchi Commenti
pietrobi mieterre.it |
Submitted on 2008/04/23 at 10:11am
Grazie Malemele. Sono proprio i versi giusti.E grazie Rossana. Le tue parole mi hanno toccato il cuore. |
malemele |
Submitted on 2008/04/23 at 8:41am
14 Marzo 1999.Scogli. Bianchi scogli erosi dal tempo, complici incessanti gocce salati cristalli, unite dal caso in un unico rimestare. Misura dello spazio e riferimento cardine fieri vivono per l’eterno, riflettono luce imbellettati e stagliati. Plasmati da sabbia e vento lentamente gli apparterranno in sferzanti moti, non un urlo mai un lamento, faranno posto al diverso e svaniti testimoni svaniranno. Manilo. |
rossana |
Submitted on 2008/04/22 at 11:27pm
|
21 aprile 2008
Due giorni piemontesi
Abbiamo visto il Museo Egizio e il Museo Nazionale del Cinema (sotto la Mole Antonelliana).
A pochi passi dal Museo Egizio c'era la simpatica marionetta, visibile nel video, che molto ci ha divertito. Grazie Torino per questi due giorni di spensieratezza. E grazie a Lucia, Elisabetta, Deanna, Mimmo, Rossella, Stefania, e tutti gli altri genitori che per due giorni hanno sopportato le mie buffonesche intemperanze.
20 aprile 2008
L'etica del prossimo
Fatta questa doverosa premessa ed incassati i risultati elettorali, a meno dei ballottaggi in qualche elezione di sindaco, mi permetto di osservare che l’Italia e tutto l’occidente sono interessati da un virus. Questo virus se da un lato ha intaccato e distrutto meritoriamente le ideologie politiche dall’altra ha fatto alzare di molto la febbre del paziente occidente senza che questi fosse in grado di produrre anticorpi specifici o se ne ha prodotti si sono rivelati del tutto inefficaci.
Le ideologie erano delle sovrastrutture che non ci permettevano di essere dei liberi pensatori di confrontarci in modo civile, creavano steccati, recinti e dentro quelli chi era con noi rappresentava il compagno, l’amico il camerata chi era al di fuori era il nemico da abbattere a tutti i costi.
Alcuni partiti si erano rifatti direttamente al supremo (teologico o materiale) e a lui direttamente rispondevano i capi di quei partiti e delle chiese che facevano da tramite tra il supremo ed il terreno.
Oggi dopo il comunismo è in crisi anche il capitalismo come era logico attendersi da un’economia la cui crescita sembrava non conoscere la parola fine nonostante fosse evidente che le risorse energetiche tradizionali dalla rivoluzione industriale ad oggi (carbone, petrolio, nucleare) non fossero infinite.
Il capitalismo ha permesso ad ampi strati della popolazione occidentale di poter accedere ai beni di consumo e di condurre una vita di consumatori mediamente agiata e di farlo per tanto tempo rispetto al passato prolungando la vita media degli individui e facendoli stare meglio in salute. Affamando letteralmente, in questo modo, il resto del mondo. Costruendo in tal modo le sue fondamenta sulla mancanza di un’etica globale.
I paesi in via di sviluppo hanno scoperto negli ultimi decenni che si può vivere meglio, si può mangiar meglio, che consumare è bello e buono e… provate a dargli torto!
Ci sono le evidenze che questo sia l’inizio della fine della nostra civiltà, perché le risorse della biosfera non bastano a trasformare tutti gli abitanti del pianeta Terra (e forse nemmeno tutti quelli della sola Cina) in consumatori all’occidentale.
In Italia, in Europa e in tutto l’Occidente messo in cantina il comunismo (che in verità nella versione italica era solo una comunione nel consumo un cerchiamo di far stare bene anche chi non è ricco) sta entrando in crisi il capitalismo (nella versione moderna di oligarchie economiche bancario-finanziarie).
La crisi politica italiana è un esempio ed una conseguenza della crisi di questo tipo di capitalismo in cui i soldi, gli affari, la crescita del PIL ha la prevalenza su tutto e sull’altare del PIL si è disposti a sacrificare tutto ed a corrompere qualsiasi cosa (giudici, ambiente, coscienze).
Quel virus di cui si parlava prima ha un antidoto da inoculare direttamente nelle nostre coscienze e si chiama etica del prossimo, la cui base è nel messaggio proto-cristiano “ama il prossimo tuo come te stesso” con tutte le sue implicazioni sociologiche, economiche, politiche ed ecologiche.
Una politica economica mondiale che mettesse l’etica del prossimo al centro del suo programma spogliandola prima da ogni valenza religiosa e teologica (che altrimenti ricadremmo in una teocrazia in cui il messaggio giusto è incapsulato in un involucro velenoso) sarebbe capace di salvare l’umanità da una catastrofe imminente ma non ineluttabile.
[L’argomento di questo post merita alcune precisazioni ed integrazioni che cercherò di fare scrivendo in un nuovo spazio dedicato agli approfondimenti di BlogOltre.it.]
Qui sotto la copertina dell’edizione internazionale di The Economist di questa settimana dedicata alla crisi alimentare mondiale:
12 aprile 2008
Aprile nuvoloso
Il balcone di casa però se ne infischia e fiorisce.
30 marzo 2008
Va e vieni nell'ombra (dedicata a Manilo)
da akatalepsia
pietrobi mieterre.it |
Submitted on 2008/03/30 at 9:43am
Il mio dubbio, la mia paura è che insieme al dolore si possa sbiadire la memoria…e che senza dolore non possa esserci memoria. |
elle |
Submitted on 2008/03/30 at 9:33am
Questo
passo di Becket bene si attaglia alla memoria ancora prossima; va e
viene, ancora nitida, la presenza di chi ci ha lasciato. Accade anche a
me che ho perso un fratello molto prima di te. Ci vuole tempo, ci vuole
tempo… |
I Pirati a Palermo
[da Il Consiglio]
Canta: Etta Scollo
cantautrice Siciliana
I pirati a Palermu
Arrivaru li navi
tanti navi a Palermu
li pirati sbarcaru
cu li facci di nfernu.
N'arrubbaru lu suli, lu suli,
arristammu allu scuru, chi scuru,
Sicilia
Tuttu l'oru all'aranci
li pirati arrubbaru
li campagni spugghiati
cu la neggia lassaru.
N'arrubbaru lu suli, lu suli,
arristammu allu scuru, chi scuru,
Sicilia
Li culura a lu mari
arrubbaru chi dannu!
Su mpazzuti li pisci
chi lamentu chi fannu.
N'arrubbaru lu suli, lu suli,
arristammu allu scuru, chi scuru,
Sicilia
A li fimmini nostri
ci scipparu di l'occhi
la lustrura e lu focu
c'addumava li specchi.
N'arrubbaru lu suli, lu suli,
arristammu allu scuru, chi scuru,
Sicilia (chianci)
cantautrice Siciliana
Arrivaru li navi
tanti navi a Palermu
li pirati sbarcaru
cu li facci di nfernu.
N'arrubbaru lu suli, lu suli,
arristammu allu scuru, chi scuru,
Sicilia
Tuttu l'oru all'aranci
li pirati arrubbaru
li campagni spugghiati
cu la neggia lassaru.
N'arrubbaru lu suli, lu suli,
arristammu allu scuru, chi scuru,
Sicilia
Li culura a lu mari
arrubbaru chi dannu!
Su mpazzuti li pisci
chi lamentu chi fannu.
N'arrubbaru lu suli, lu suli,
arristammu allu scuru, chi scuru,
Sicilia
A li fimmini nostri
ci scipparu di l'occhi
la lustrura e lu focu
c'addumava li specchi.
N'arrubbaru lu suli, lu suli,
arristammu allu scuru, chi scuru,
Sicilia (chianci)
28 marzo 2008
Io, Manilo, nostra madre (Gennaio 2004)
Così la mattina scelgo la strada più lunga per arrivare, quella che mi fa vedere più verde e meno auto. Quella in cui ci sono soventi curve, in cui tra le rughe dell'asfalto qualche pianta, o dell'erba, approfitta di granelli di terra per affondare le radici.
L'ultimo tratto scorre alle pendici esposte a ponente di un colle. Da un lato scorgo roccia e arbusti, dall'altro gli argini del Retrone; torrente capriccioso e viziato dalle acque padane. Tra i volteggi del suo letto, quando s'affacciano i primi freddi d'autunno, alle prime luci dei giorni sereni, appaioni foschie uniche. Come un uomo di bassa statura, le nebbie rimangono sospese a mezz'aria, sotto la linea d'occhi di qualunque provvido campiere. Tra i verdi e gli scoli d'acque, lo spettacolo di silenzio nelle ovatte di bianco si ripresenta come miracolo. Lascierei l'auto se potessi, in un bordo che non esiste perchè fagocitato dai canali di scolo. Immagina l'assaporare gli odori pregni di terra e nebbie. E poi chinarsi negli abissi delle foschie, per svanire solo un istante. Manilo
15 marzo 2008
Preghiera della domenica
Questo post è da ascoltare. Per farlo dovrete cliccare, scaricare ed ascoltare la Preghiera della domenica.
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ma si! torniamo alla maestra unica! basta spendere ;P
14 Ott, 9:36
DIO ABBIA MISERICORDIA DI TUTTI NOI:
SIAMO ASSAI LONTANO DALLA VIA CHE CI HA INDICATO PER RAGGIUNGERLO E CHI DICE DI ESSERE “PASTORE” DIMOSTRA DI NON CONOSCERE LE NECESSITA’ DEL SUO GREGGE VISTO CHE VIVE IN UNA REGGIA COME UN SOVRANO .
17 Mar, 19:06