Il corpo umano non era affatto cambiato, nel miliardo di anni trascorso dai giorni della costruzione diDiaspar; poiché il disegno fondamentale era stato fissato per l'eternità nei Banchi-Memoria della città.[...]
Delle appendici inutili come le unghie e i denti erano completamente scomparse. I peli erano limitati alla testa; non ne rimaneva traccia alcuna sul resto del corpo.[...]
Il primitivo avrebbe potuto giungere all'erronea conclusione di un'abolizione dei sessi, o dell'assenza di differenze tra i due sessi, nella civiltà di Diaspar; e questo sarebbe certamente stato un grave errore.[...]
La riproduzione non riguardava più il corpo, naturalmente, poiché si trattava di una questione troppo importante per rimanere affidata al caso, che aveva sempre usato i cromosomi come dadi di un precario, rischioso gioco genettico. Tuttavia, benché il concepimento, la gestazione e il parto non fossero più neppure dei ricordi, il sesso rimaneva.[...]
Nessuno sapeva quante e quali varietà di robot popolassero Diaspar; i robot si tenevano in disparte, e badavano ai loro affari con tanta tranquilla discrezione da non farsi quasi mai notare dagli esseri umani.
In realtà, era molto difficile incontrare un robot.
(Arthur C. Clarke, La citta e le stelle, Collezione Urania)
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