All'interno un articolo di Francesco La Licata descrive la mafia di ieri e di oggi, e Laura Aiello parla del libro scritto da studenti siciliani in memoria di tutte le vittime della mafia: La memoria ritrovata storia delle vittime della mafia raccontate dalle scuole - Palumbo Editore, 15 Euro.
E' l'antologia del dolore e della speranza, del sangue e del riscatto, della violenza e dell'impegno. E' una via crucis con 284 stazioni, tanti quanti sono gli uomini, le donne, i bambini assassinati da Cosa Nostra: magistrati impegnati in prima linea e cittadini morti per caso, giornalisti coraggiosi e onesti braccianti che avevano visto troppo. [...] Il libro è l'esito di un progetto promosso dall'Associazione nazionale magistrati di Palermo che coinvolto per due anni oltre 34 mila studenti. Sono stati loro, piccoletti delle elementari e ragazzi dei licei, figli della buona borghesia e delle borgate (ma dietro le sbarre hanno pure lavorato centoventi studenti reclusi in tredici carceri dell'Isola), a mettersi a spulciare giornali, consultare registri battesimali e di matrimonio, intervistre parenti, scartabellare negli uffici dell'Anagrafe e nelle cancellerie dei tribunali. Ne è venuta fuori un'antologia delle vittime della mafia che ha aggiornato il Calendario della memoria realizzato l'anno scorso dalla stessa Anm di Palermo partendo dagli elenchi dei più avanzati centri di documentazione su Cosa Nostra, come il centro di Giuseppe Impastato il cui presidente Umberto Santino ha collaborato alle iniziative.[...] Il libro, inserito nel più ampio Progetto Legalità in memoria di Paolo Borsellino , servirà a finanziare l'iniziativa La Costituzione a scuola che già conta settecento partecipanti tra i banchi di tutta Italia e a cui ci si può ancora iscrivere: i ragazzi studieranno la carta costituzionale per conoscere i propri doveri e diritti.
Perché "se la mafia è un'istituzione antistato, che attira consensi perché ritenuta più efficente dello Stato. è compito della scuola rovesciare questo processo perverso, formando i giovani alla cultura delle istituzioni". Lo diceva Borsellino, che - dalla copertina del libro - sembra ripeterlo ancora.
[...]E' davvero enorme quello che è avvenuto nel nostro paese: in nessun altra civiltà moderna - neppure in Colombia - un gruppo criminale ha potuto portare avanti la sistematica eliminazione di un intero apparato dello Stato.
In Sicilia è avvenuto: hanno ucciso il capo del governo, il capo dell'opposizione, il capo della polizia, il capo della Procura, il capo dell'ufficio istruzione, un numero incredibile di poliziotti, carabinieri, politici, burocrati fedeli, imprenditori, semplici cittadini, bambini e giornalisti. Già, pochi ricordano i giornalisti assassinati per aver voluto "scrivere", malgrado i consigli e gli avvertimenti: Cosimo Gristina, Mauro De Mauro, Mario Francese, Mauro Rostagno, Peppe Impastato, Pippo Fava, Giovanni Spampinato e Beppe Alfano. E' un dovere e un onere, quello della memoria.Coltiviamo il ricordo dei nostri eroi, ma non solo il 23 maggio.Francesco La Licata